Cammino Minerario Di Santa Barbara

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01 - LA MINIERA DI SAN GIOVANNI

La miniera di San Giovanni prende il nome dall’omonimo monte in cui i giacimenti minerali, già noti nel periodo fenicio cartaginese, poi sfruttati dai romani, determinarono l’insediamento pisano nel territorio.

I suoi giacimenti minerali concorsero alla fondazione di Villa di Chiesa, l’odierna Iglesias.

Di questo periodo abbiamo fonti scritte dal Breve di Villa di Chiesa, un codice legislativo del XIII secolo, che, tra le altre cose, descrive l’attività mineraria in questo monte allora denominato Monte Barlao.

Degli scavi realizzati in epoca medievale prima dai pisani e poi dagli aragonesi sono ancora evidenti le testimonianze.

Lo sfruttamento moderno dell’attività mineraria giunse nel XIX secolo con la cessione della Sardegna ai Savoia.

Questi, fallita la gestione governativa, affidarono le miniere sarde a diversi concessionari che si limitarono a sfruttare i giacimenti affioranti cancellando molte testimonianze delle epoche romana e medievale.

Il primo permesso di ricerca della miniera di San Giovanni fu ottenuto nel 1859 dall’ing. Giulio Keller, già direttore di Montevecchio e di Monteponi.

Il Keller, in società con l’imprenditore iglesiente Angelo Nobilioni, realizzò la prima piccola laveria meccanica in località Fontana Coperta. 

Si trattava di piccole iniziative.

A dare una svolta ai processi estrattivi e di trasformazione del minerale della miniera di San Giovanni furono le società inglesi che, a partire dalla seconda metà del 1800, importarono capitali e competenze facendo aumentare in maniera esponenziale le produzioni di galena e introducendo la lavorazione delle calamine.

Già alla fine del secolo, l’Iglesiente forniva, da solo, la gran parte delle produzioni metallifere nazionali con picchi del 98% per il piombo e dell’85% per lo zinco.

Nel primo ventennio del XX secolo la miniera, ormai diventata una delle più importanti della Sardegna, venne acquistata da una multinazionale mineraria franco-spagnola poi da una società francese.

Attorno alla miniera vennero edificati i villaggi minerari di San Giovanni, Bindua e Normann, tutt’ora abitati.

Nel 1952, durante le operazioni di scavo, venne scoperta la straordinaria grotta di Santa Barbara.

Dalla fine degli anni ‘60 del Novecento, con la crisi del comparto minerometallurgico, il controllo della miniera di San Giovanni venne assunto da diverse società pubbliche che si succedettero fino agli anni ‘90 quando ci fu la definitiva chiusura delle miniere.

Ingresso Miniera di S. Giovanni
Foto storica Miniera di S. Giovanni
Foto attuale della Miniera di S. Giovanni

02 - LA GROTTA DI SANTA BARBARA

La grotta di Santa Barbara è una stupefacente cavità naturale nascosta nel cuore del Monte San Giovanni.

La grotta si apre tra lo strato roccioso di calcare ceroide e la dolomia gialla silicizzata, formazioni del Cambrico inferiore che risalgono a circa 500 milioni di anni fa, rendendola una delle più antiche al mondo, nonostante sia stata scoperta solo nel 1952 durante le attività di estrazione dei minerali.

Fu il senso civico del direttore della miniera a far interrompere l’avanzamento della galleria, facendo in modo che questo patrimonio incommensurabile giungesse integro fino a noi.

Per raggiungerla si parte dalla Miniera di San Giovanni utilizzando lo stesso trenino minerario usato dai minatori per circa mezzo secolo.

Percorsi 700 metri nel sottosuolo si raggiunge un ascensore e poi una scala a chiocciola: ciò che appare agli occhi del visitatore è una vera e propria cattedrale della speleologia, caratterizzata dalla presenza quasi totale sulle sue pareti dei cristalli tabulari di barite, in alto da stalattiti, stalagmiti, colonne e meravigliose eccentriche di aragoniti, e in basso da un trasparente laghetto. Il percorso è perfettamente illuminato con un moderno impianto a luci led e si sviluppa su agevoli passerelle in metallo.

Grotta Santa Barbara
Grotta Santa Barbara
Grotta Santa Barbara

03 - PRESCRIZIONI DI SICUREZZA:

Non allontanarsi dal percorso tracciato in quanto le aree circostanti sono caratterizzate da pericoli derivanti dalle strutture minerarie quali Fornelli, Gallerie, Scavi e discariche minerarie.

Lungo il percorso, non maneggiare il materiale abbancato nelle discariche minerarie che si trovano vicino al percorso