Tappa 02 - Variante (Passaggio per Genn'è Mari e Villa Ginestra)
- PartenzaFluminimaggiore
- ArrivoGuspini
- Lunghezza78,5 km
- Difficoltà in biciImpegnativa
- Dislivello in salita1776 m
TAPPA 02 – DA FLUMINIMAGGIORE A GUSPINI
DATI TECNICI
Lunghezza Tappa: 55,1 km
Guadagno/Perdita in elevazione: + 1345 m / - 1278 m
Pendenza max: 13,7% / -11,9%
Pendio medio: +4,3% / -3,9%
Partenza FLUMINIMAGGIORE h: 61 m (slm)
Arrivo GUSPINI h: 130 m (slm)
Punto più Alto: Passo Biderbi e Genna Sartania: h: 464 m (slm)
Punto più Basso: (su VAI e Vieni Portixeddu): h: 8 m (slm)
Lunghezza Tappa compresi i vai e vieni 80,2 Km
VAI E VIENI PORTIXEDDU
Lunghezza: 695 m
Punto inizio/fine (Bivio strada per Fighezia / Portixeddu): h: 15 m (slm)
Punto più basso (Piazzetta sotto via degli asfodeli): h: 8 m (slm).
VAI E VIENI CAPO PECORA
Lunghezza: 8,32 Km
Punto inizio/fine (Bivio strada per Fighezia / Portixeddu): h: 15 m (slm)
Punto più basso (Piazzetta sotto via degli asfodeli): h: 13 m (slm).
Punto più alto (su strada per Capo Pecora): h: 120 m (slm)
VAI E VIENI PISCINAS
Lunghezza: 15,62 Km
Punto inizio/fine (Bivio per Spiaggia di Piscinas Uscita da Ingurtosu): h: 258 m (slm)
Punto più basso (inizio arenile Spiaggia di Piscinas): h: 15 m (slm).
VARIANTE SU STRADA STERRATA GENNAMARI – VILLA IDINA
Lunghezza Tappa con Variante: 50,0 Km
Guadagno/Perdita in elevazione: + 1215 m / - 1147 m
Pendenza max: 13,6% / -13,1%
Pendio medio: +4,2% / -3,8%
Innesto Variante (Sterrata per ex-villaggio minerario di Gannamari) al Km 35,8 della Tappa
Uscita Variante (Subito dopo Posada di Pitzinurri – Discesa sterrata per Villa Idina) al Km 45,1 della Tappa
Punto più alto (su sterrata Gennamari – Villa Idina presso P.ta Lorenzeddu): h: 415 m (slm).
DESCRIZIONE TAPPA:
Riprendendo la strada che dal percorso costiero della prima Tappa ha portato a Fluminimaggiore, prima da un tratto della SS 126 e poi dalla strada interpoderale in località Fighezia, si arriva dopo circa, 7,8 Km ad un incrocio, che si prende in destra per iniziare la sterrata sabbiosa che porta a Scivu.
Da questo incrocio si può anche scegliere di proseguire dritti per fare il vai e vieni per Portixeddu (già descritto precedentemente) oppure fare il vai e vieni per Capo Pecora.
VAI E VIENI CAPO PECORA
Dal bivio in località Fighezia, procedendo dritti, si arriva al crocevia che preso in destra inizia la salita di circa 2.2 Km con pendenza media 5% che poi scende a Capo Pecora (13 m). Dopo aver ammirato il panorama e la particolare spiaggia con i ciottoli perfettamente sferici si ritorna sui propri passi per ritornare al bivio per Fighezia e riprendere la tappa alla volta di Scivu.
Al bivio di Fighezia la Tappa procede verso settentrione, iniziando la salita con pendenza media del 6%, su sterrata sabbiosa che ci porta alla piccola sella (238 m slm) tra Punta Genn’e Carru e Monte Rana.
Raggiunta la sella si inizia a scendere, sempre su strada sterrata e sabbiosa, fino ad incrociare la strada asfaltata di Scivu. Presa questa strada, svoltando a destra dopo poco si raggiunge l’incrocio con la strada che porta al parcheggio della mirabile spiaggia, dove nel periodo estivo un chiosco presente in tale area permette di trovare acqua e ristoro.
Proseguendo sulla strada asfaltata in leggera salita, si arriva infine ad un incrocio dove a sinistra si arriva all’ingresso della Colonia Penale di Is Arenas, mentre preso in destra ci immette sulla strada che inizia a salire con pendenza media del 4,1% per superare il vasto sistema dunale di Piscinas.
Al chilometro 35,8 della Tappa, sulla salita che dal bivio per Is Arenas ci porta fino ai ruderi del villaggio della vecchia miniera di Gennamari, si trova in sinistra l’attacco per una sterrata da cui inizia la variante proposta per questa tappa.
VARIANTE SU STRADA STERRATA GENNAMARI – VILLA IDINA
Prendendo la sterrata si procede in quota e dopo aver passato i ruderi della Miniera di Gennamari, godendo di un mirabile panorama sulle sottostanti dune di Piscinas, si passa su una strada mineraria ricca di scavi e tracce della trascorsa attività estrattiva.
Questo percorso che presenta un fondo non troppo agevole arriva al suo termine nei pressi dei resti della Villa Idina, splendido esempio di edificio stile “Liberty”, che fu residenza estiva del presidente della società Pertusola Mining Limited Company, Lord Brassey, il quale dedicò questa struttura alla moglie Lady Idina.
Superata la villa, si deve procedere con cautela poiché, nel tratto terminale della variante, il fondo sterrato risulta molto dissestato a causa delle piogge e della mancanza di manutenzione costante. Se risultasse necessario si consiglia di procedere con cautela e per i meno esperti di scendere dalla bici e farsi gli ultimi 200 m (slm) a piedi.
Finita l’impegnativa discesa si arriva ad incontrare la SP 04 che ci riconnette alla Tappa.
Proseguendo su asfalto, invece, il percorso continua a salire e arriva dopo poco ad incrociare la SS 126 che si prende svoltando sulla sinistra.
Dopo circa 4,8 Km sulla statale si trova il bivio per Pitzinurri che si prende svoltando a sinistra e prendendo la SP 04.
Imboccata la strada per Pitzinurri si inizia a scendere incontrando prima la Posada della Fondazione, la sterrata che conclude la variante, entrando infine ad Ingurtosu, passando davanti alla chiesa dedicata a Santa Barbara.
Proseguendo sulla strada si entra nel Villaggio minerario, ancora parzialmente abitato e si passa per il “Castello”, il palazzo della direzione dell’ex Miniera di Ingurtosu chiamato così per lo spiccato stile teutonico della sua architettura.
L’elegante costruzione in granito era anche centro di vita culturale dei notabili della società, che sotto la direzione dell’Ingegnere Hoffmann aspirava a far diventare Ingurtosu uno dei centri minerari più importanti a livello mondiale.
Passata la palazzina della direzione si arriva ad un bivio, che preso in sinistra ci porta sul percorso del vai e vieni che porta fino alla spiaggia di Piscinas, andando dritti invece ci fa proseguire la tappa.
VAI E VIENI PISCINAS
Con una discesa di circa 7,8 Km e una salita di pari lunghezza con pendenza del 3,5% questo lungo vai e vieni ci porta ad incontrare numerosi elementi della trascorsa attività minerari.
Lasciato il villaggio di Ingurtosu, dopo poco, sulla sinistra si incontra Pozzo Gal, che prende il nome da Paul Gal, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Penarroya, multinazionale francese che possedeva le miniere della Pertusola in Italia negli anni venti del secolo scorso. Il pozzo, situato nel Cantiere Harold, raggiunge una profondità di circa 200 m ed entrò in servizio nel 1923. Pozzo Gal era finalizzata alla coltivazione in sotterraneo delle mineralizzazioni blendose del filone Brassey trattate nella vicina laveria per flottazione e fu utilizzato dal 1926.
Oggi il Cantiere minerario è stato recuperato e convertito nel museo multimediale “della memoria mineraria” visitabile previa prenotazione.
Alla fine della strada asfaltata si incontrano le rovine di Pozzo Lamberti e i resti del villaggio minerario di Naracauli.
Dopo poco, scendendo sulla sterrata, si può ammirare l’imponente rudere della Laveria Brassey che mostra ancora la cura architettonica riservata agli edifici industriali dei primi del 900’. Situata nel villaggio abbandonato di Naracauli prende il nome del proprietario della Miniera, l’inglese Lord Thomas Allnutt Brassey ed entrò in funzione nei primi mesi del 1900. Destinata specialmente al trattamento dei materiali blendosi da cui si estrae prevalentemente lo zinco, l’impianto era servito da vari pozzi vicini, da cui si faceva arrivare il minerale alla laveria tramite funicolari, e ferrovie a scartamento ridotto. L’impianto serviva a separare le parti mineralizzate dalla ganga quarzosa ed è stato per anni tra i più importanti impianti idrogravimetrici della Sardegna. Smantellata negli anni settanta, oggi rappresenta una delle più suggestive e significative icone del patrimonio architettonico minerario della Sardegna.
Proseguendo sulla sterrata si arriva al parcheggio della spiaggia di Piscinas nei pressi del monumento dell’Ara del Sole opera dello scultore Pietro Casella.
Arrivati alla spiaggia si deve riprendere la strada fatta in discesa e risalire fino ad Ingurtosu per riprendere il percorso.
Proseguendo sulla tappa, si inizia a salire e percorre una sterrata ricchissima di emergenze minerarie che testimoniano la fervida attività passata di tutto questo comprensorio.
Poco dopo la salita si scende alla volta di pozzo Casargiu, per poi salire alla volta di Pozzo Fais dal quale continuano a fluire le acque ricche di solfuri che da qui in poi colorano di un rosso intenso le acque del Rio Irvi, proseguendo si incontra il grande pozzo Amsicora fino a salire all’altezza della diga e relativo bacino di Donegani.
Proseguendo sulla sterrata si passa il cantiere e il Pozzo Sanna, passando sotto il particolarissimo arco in cemento armato e arrivando all’Albergo Sartori poco fuori al borgo minerario di Montevecchio.
Prima di arrivare a Montevecchio, sul lato sinistro della strada è possibile osservare il cantiere Asuni e le rovine del dormitorio delle cernitrici (le donne preposte alla separazione manuale delle pietre ricche in minerale da quelle sterili) dove il 4 maggio 1871, trovarono la morte 11 operaie, donne e bambine, che perirono tragicamente per il cedimento di un serbatoio d'acqua posto sopra questi locali.
Infine, superata Piazza dei Cervi si arriva al borgo minerario di Montevecchio, ancora parzialmente abitato dove è possibile, previa prenotazione, visitare la Palazzina della Direzione (arredata ancora con mobilio del periodo).
Progettato ed edificato per volontà di Giovanni Antonio Sanna tra il 1870 e il 1877, il palazzo della direzione era il cuore pulsante degli stabilimenti minerari di Montevecchio e avrebbe dovuto ospitare gli uffici amministrativi, la propria abitazione e una piccola chiesa. Negli anni, la Palazzina, perse la funzione abitativa e venne quasi interamente destinata ad ospitare gli uffici.
Costruito su una pianta rettangolare, l'edificio presenta forme classicheggianti e neorinascimentali. Alle spalle dell'ingresso principale si trova la piccola chiesa dedicata a Santa Barbara, patrona dei minatori.
Sulla piazza centrale del borgo, dove sorge la palazzina della direzione, si trova oltre la strada anche l’edificio dell’ospedale e prendendo la SP66 si scende, costeggiando tutta la zona degli impianti minerari di Levante.
Si arriva nei pressi dell’ingresso del piazzale di Piccalinna dove una serie di edifici, tutti con muratura in pietra faccia a vista, decori in laterizi, costituiscono quello che in passato era il nucleo operativo di questo cantiere minerario: il pozzo San Giovanni e la lampisteria, la sala argano, la sala compressori e la cabina elettrica, la laveria Piccalinna, gli uffici e la forgia.
Dallo spiazzo della miniera è possibile inoltre notare le rovine della Laveria Principe Tommaso e poco oltre il Pozzo Sartori con i suoi caratteristici bacini d’acqua.
Uscendo dal cancello del comparto minerario si riprende la provinciale, che scende fino al Villaggio Sciria e la vicina birreria artigianale e dopo poco si gira a sinistra per imboccare la sterrata che fù il percorso dell’ex ferrovia, in direzione Guspini.
Si procede su questo tracciato fino ad incontrare la vecchia stazione di posta n. 8, Stazione Nurraci, (al Km 77,9 della tappa compresi i vai e vieni o al 52,7 Km della tappa senza i VAI e vieni proposti) e da qui si prende la sterrata che volge verso l’abitato di Guspini diventando via a. Gramsci.
A Guspini si arriva alla chiesa di San Nicola di Mira dove finisce la tappa e si consiglia vivamente di visitare il sito geologico dei Basalti Colonnari.
I Basalti Colonnari sono una rarissima formazione geologica che si presenta come una parete di prismi basaltici verticali, alti venti metri, accostati fra loro con forma di ‘canne d’organo’. Questo sito situato in pieno centro abitato di Guspini, deriva da un piccolo cono vulcanico la cui lava raffreddandosi in modo lento e graduale ha creato fessure verticali a foggia di colonna, che delimitano prismi a sezione poligonale, ed è oggi dichiarato monumento naturale.