Cammino Minerario Di Santa Barbara

INTERACTIVE MAP

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01- IL PROSEGUO DEL CAMMINO MINERARIO DI SANTA BARBARA

Da qui, percorsi verso sud i pochi metri che da Via Cerussite ci permettono di arrivare alla piazzetta attrezzata E. Cocco, si imbocca il sottopassaggio che permette di attraversare in sicurezza la SS-126 ed entrare presso il sito Minerario di San Giovanni.

All’ingresso della Miniera di San Giovanni è possibile ammirare un pregevole basso-rilevo raffigurante l’effige di Santa Barbara, proseguendo sulla destra e seguendo tutta la strada asfaltata che si snoda tra i ruderi degli edifici minerari e alcune case ancora abitate, si può andare a visitare, previa prenotazione, la suggestiva e spettacolare Grotta di Santa Barbara.

Poco prima dell’edificio della vecchia laveria, a 150 m dall’ingresso del compendio Minerario di San Giovanni, svoltando sulla sinistra si arriva ad una sbarra da cui si accede al percorso interno alla pineta, realizzata come opera finale di rimboschimento per la riqualificazione di terreni di discarica mineraria.

Seguendo il tratto in pineta si giunge al punto in cui il percorso della Tappa 30 si ricongiunge alla Variante alta (Seddas ModdizziSa Macchina Beccia) per procedere, come unica traccia, alla volta dei ruderi della stazione mineraria di Monteponi Scalo.

Dalla pineta si scende in direzione Nord e ci si ricongiunge al vecchio tracciato ferroviario in prossimità del ponticello sul Rio San Giorgio, che si attraversa e oltrepassando poi il cancello posto dalla Fondazione CMSB si arriva, seguendo il vecchio asse ferroviario, alla zona di carico e dei minerali che finisce presso i vecchi edifici della Stazione Ferroviaria di Monteponi.

Usciti dal vecchio scalo ferroviario si procede in direzione est sulla sterrata che fiancheggia sulla destra la vecchia centrale elettrica, arrivando sulla strada asfaltata che porta allo svincolo presso l’inizio delle curve di Villa Marini sulla SS126.

Da tale punto il Cammino segue due percorsi differenti:

il primo, attraversa la SS126 e ci riporta all’ingresso del compendio minerario di Monteponi e alla Chiesa di Santa Barbara di Monteponi; da qui ripercorre Via Vivaldi e Via Cattaneo e arriva infine in P.za Mura Pisane, seguendo il percorso della vecchia processione in omaggio a Santa Barbara.

il secondo, invece, dallo svincolo della SS126 segue la sterrata in direzione Nord-Est, percorre nuovamente parte del vecchio tracciato ferroviario, ormai diventato una strada interpoderale sterrata, fino ad incrociare il prolungamento meridionale di Via Amelia de Villa che si imbocca svoltando a sinistra e si percorre in direzione Nord, arrivando al centro di Iglesias presso Via Cattaneo all’altezza della Caserma dei Carabinieri, alla vecchia chiesa di Santa Barbara di fronte alla P.zza Mura Pisane.

Infine, percorrendo le strade interne al centro storico dei Iglesias, si ritorna in P.za Q. Sella dove dopo aver camminato per oltre 500 Km nel sud-Ovest della Sardegna, tra le testimonianze di 8.000 anni di storia dei popoli di sardigna e sulla terra più antica di Europa, ha avuto inizio e termina il Cammino Minerario di Santa Barbara.

Il Cammino minerario di Santa Barbara
Bassorilievo di S. Barbara (Gavino Tilocca)

02- IL CONTESTO MINERARIO

La frazione di Bindua (Iglesias), di origini mineraria, sorge fra gli ex comprensori minerari di San Giovanni Miniera, Monteponi e Monte Agruxiau e poco distante da quello di Monte Scorra.

In passato ognuna di queste miniere vedeva annesso il suo villaggio di minatori che con il fiorire dell’attività mineraria si corredava di edifici e servizi via via migliori.

Ad eccezione di quello di Monte Scorra ormai in rovina, ad oggi esistono ancora gli insediamenti urbani della frazione di Monte Agruxiau (Iglesias), della zona residenziale di San Giovanni Miniera (Iglesias) e il Villaggio Normann (Gonnesa) e la zona residenziale di Monteponi, annessa alla periferia di Iglesias.

Panoramica
Il contesto minerario

Miniera di Monteponi:

La miniera metallifera di piombo, argento e zinco di Monteponi è stata per molto tempo uno dei più importanti impianti produttivi dell’Italia.

Il sottosuolo di questa zona, già noto per la sua ricchezza in metalli, fu sfruttato dall’antichità e si hanno testimonianze storiche che risalgono al tempo dei Romani fino al periodo dei Pisani che redassero il “Breve di Villa di Chiesa” tra i primi codici minerari d’Europa.

Nel 1850, in questi luoghi iniziano le attività minerarie di concezioni industriale con la Società di Monteponi Regia Miniera che inizia l’esercizio produttivo che l’avrebbe condotta ad assumere un ruolo di primo piano nel contesto industriale della Sardegna.

L’importanza di questa miniera farà sì che alla sua guida s’alterneranno tecnici e manager di grande valore nazionale quali Giovanni Galletti, Giulio Keller, Carlo Baudi, Adolfo Pellegrini Erminio Ferraris, Roberto Cattaneo, Francesco Sartori.

Tra gli edifici industriali più rappresentativi si distinguono i due pozzi principali, pozzo Vittorio Emanuele II, 1869, e pozzo Quintino Sella, 1874, che nonostante la destinazione industriale mostrano un’architettura di derivazione classica.

Il nucleo residenziale è dominato dal palazzo Bellavista, sede della direzione, costruito nel 1865-66 dall’ingegnere Adolfo Pellegrini, poco sotto risultano invece il piazzale d’ingresso e gli edifici di servizio: il vecchio ospedale, la chiesa, l’asilo, la scuola, costruiti tra le due guerre mondiali.

La chiesa attuale dedicata a Santa Barbara, inaugurata nel 1945, nasce dalla trasformazione della casa del fascio (1936) con l’aggiunta di un campanile e di un timpano geometrico.

Nella valle sottostante il complesso di Monteponi, oltre la SS-126 attuale, è possibile ancora vedere i ruderi degli edifici industriali e civili della stazione di Monteponi Scalo (scalo ferroviario industriale) attiva dagli anni venti del Novecento al 1969.

Tra i ruderi dei diversi edifici di natura prevalentemente industriale domina quello dello stabilimento per l’acido solforico, in cemento armato e mattoni e si possono ancora apprezzare i resti del grande piano inclinato che, impostato sul fianco orientale del caratteristico abbancamento dei fanghi rossi a monte, arrivava allo scalo ferroviario, di cui attualmente si apprezzano ancora i due tronconi soprattutto quello a monte, separati dal tratto demolito per far passare la nuova SS126.

Con il passaggio in questo importantissimo sito minerario della Tappa 01, in partenza e il passaggio con la Tappa 30 in chiusura del Cammino Minerario di Santa Barbara, si propone una visione completa e rappresentativa del mondo minerario e delle profonde radici storiche di questo territorio.

Pozzo Sella - Monteponi
Piano inclinato - Monteponi scalo
Palazzo Bellavista - Monteponi

Miniera di Monte Scorra:

La Miniera di piombo e zinco di Monte Scorra fu aperta nel 1890 su concessione accordata alla Soc. delle Miniere della Malfidano, nel 1935 la concessione passò alla Soc. Monteponi ed alla Soc. Montevecchio – Monteponi nel 1962.

L’attività mineraria si sviluppò in sotterraneo tramite una fitta rete di gallerie e il massimo sviluppo si ebbe negli anni ’50.

Il villaggio che sorse da subito nella valle del Canale Genn’e Rutta, non lontano degli edifici industriali (pozzo, cantieri e laveria), nel periodo di massimo sviluppo ospitava circa 200 persone.

L’esaurimento delle mineralizzazioni nei primi anni ’70, portò alla chiusura della miniera e con la chiusura dell’attività anche il villaggio progressivamente si spopolò.

La Tappa 01 de del Cammino Minerario di Santa Barbara che da Iglesias arriva a Nebida (Iglesias), passa nei pressi delle rovine del villaggio e degli edifici minerari.

Ruderi del Villaggio minerario di Monte Scorra

Miniera di Monte Agruxiau:

La miniera di piombo e zinco aperta su concessione accordata alla Società Vieille Montagne nel 1869 è stata tra le più produttive dell’iglesiente.

Nel 1896 la concessione fu divisa con la limitrofa Miniera di Monte Fenugu gestita dall’imprenditore Carlo Zimmerman e nel 1941 passò alla Soc. An. Nichelio e Metalli Nobili.

Nel 1946 la concessione passò alla AMMI e nel 1979 passò alla Samim fino alla sospensione dei lavori nel 1981.

Il sito minerario è caratterizzato da un ampio scavo a cielo aperto e dal piccolo villaggio dei minatori dove sorge la chiesa dedicata a Santa Barbara, mentre le infrastrutture minerarie più evidenti sono i ruderi dell’impianto di trattamento, il pozzo di estrazione e la sala argani incassata nella montagna.

La Tappa 01 del Cammino Minerario di Santa Barbara che da Iglesias arriva a Nebida (Iglesias), usciti dal comprensorio di Monteponi e attraversata la SP84, percorre l’asse principale del villaggio minerario di Monte Agruxiau, passando nei pressi della chiesa di Santa Barbara, per poi proseguire alla volta di Monte Scorra.

Monte Agruxiau - foto storica

03 - PRESCRIZIONI DI SICUREZZA:

Non allontanarsi dal percorso tracciato in quanto le aree circostanti sono caratterizzate da pericoli derivanti dalle strutture minerarie quali Fornelli, Gallerie, Scavi e discariche minerarie.

Lungo il percorso, non maneggiare il materiale abbancato nelle discariche minerarie che si trovano vicino al percorso